Lectio Magistralis del Procuratore Cremonini a Pisa

 

Una serata particolarmente interessante per gli Arbitri pisani che, riunitisi Lunedì 27 Ottobre u.s. in occasione della consueta R.T.O., hanno assistito ad una Lectio Magistralis del Procuratore Nazionale dell’A.I.A. A.b. e Avvocato Carlo Cremonini.
E’ stato proprio il capo della Procura arbitrale italiana a calarsi per l’occasione nei panni di relatore per associati appartenenti alla sua stessa Sezione: Carlo ha iniziato nel 1987/88 la sua avventura in campo nazionale entrando nell’organico degli Arbitri della Can D, e 10 anni dopo negli Osservatori arbitrali nella stessa categoria; ma è livello dirigenziale che riesce ad esaltare le proprie qualità di uomo e di professionista, riuscendo a crearsi nel tempo un curriculum vitae di tutto rispetto: Procuratore Arbitrale Regionale (carica non più esistente), componente e poi presidente della Commissione Disciplina Regionale e dopo componente la Commissione nazionale di disciplina d’appello, fino poi a ricevere il 17 marzo 2009 dal Comitato Nazionale dell’Aia, sotto la presidenza di Marcello Nicchi, la nomina di Procuratore nazionale.
Un’occasione da cogliere la volo, un’opportunità non di tutti i giorni, una lezione a cui ogni associato dovrebbe assistere, sia per la sapienza e l’esperienza che Carlo ha maturato negli anni in cui ha ricoperto il ruolo che investe, sia per la rarità delle volte in cui poter parlare di disciplina, materia così strettamente correlata con l’aspetto etico e comportamentale che sono doti di primaria importanza per un Arbitro di Calcio di qualsiasi livello.
Carlo ha tenuto alta l’attenzione della numerosa platea accorsa illustrando brevemente la struttura dell’AIA, complessa ed ampiamente regolamentata, che non lascia spazio ad aspetti marginali o di poca importanza, non per complicare le cose, ma proprio per far sì che l’associazione possa andare avanti nel modo migliore possibile.

Gli Arbitri sono sottoposti a giurisdizione dell’AIA, come ci ha spiegato Carlo, per le violazioni dell’Articolo 40 del regolamento associativo o di altre norme secondarie interne che però non coinvolgano anche altri tesserati o società della federazione, e la struttura si divide per competenze: la Commissione Regionale di disciplina arbitrale ha competenza sugli associati a disposizione del relativo comitato provinciale e regionale e la Commissione Nazionale, che invece è unica, ha competenza su tutti coloro che fanno parte delle categorie nazionali e su chi ha incarichi vari dal Presidente di Sezione al componente del comitato regionale e così via.

Anche la struttura del procedimento è particolarmente complessa e semplicisticamente si può distinguere in provvedimento semplificato, per cui si provvede al “ritiro tessera” per violazioni specifiche, ed un provvedimento ordinario più complesso, che è improntato alla massima garanzia per gli associati, ed in generale alla comprensione, se possibile, da parte delle commissioni giudicanti (ovvero le sanzioni, ove la gravità dell’infrazione lo consenta, ci siano giustificazioni ragionevoli o ammissioni dell’errore, sono confinate a limiti minimi ). Tale procedimento nel suo iter vede l’ascolto obbligatorio dell’associato, già in sede di indagini, il suo diritto a difendersi e indicare mezzi di prova a difesa ed ulteriori diritti di fronte alle Commissioni Disciplina.

La procedura semplificata è più usuale a livello regionale: ad esempio, a tale livello, la scorsa stagione i procedimenti disciplinari aperti sono stati 2588 in totale, l’archiviazione c’è stata nell’ 1% dei casi, nel 13% il procedimento ordinario e nell’86% quello semplificato.

A livello nazionale, al contrario, la procura ha aperto la scorsa stagione 110 procedimenti conclusi nel 77% dei casi con il rito ordinario, nel 20% con l’archiviazione e solo nel 3% con il rito semplificato.

Nel procedimento ordinario, al di là delle violazioni tipiche amministrative e contabili, si possono distinguere due prevalenti tipologie di violazione, ovvero quelle commesse da associati “giovani” e quelle da associati “anziani”. Nei casi di violazione giovanile l’oggetto  che ha più incidenza è quello legato all’uso improprio dei social network, fatto di pubblicazioni sul web e di commenti a eventi, gare o persone e colleghi, a tutti i livelli, che sono passibili di inevitabile azione disciplinare della Procura per il loro contenuto denigrante od offensivo: incappare in queste “stupidaggini”, perché così sono definibili tali atteggiamenti, significa violare regole di comportamento a cui ogni Arbitro è sottoposto; tra le violazioni che hanno invece più incidenza tra quelle di associati in possesso di molti anni di tesseramento, si distingue il travalicare il legittimo diritto di critica, che spesso  sfocia nella creazione di fazioni all’interno delle Sezioni. Tali soggetti poi, coinvolgono spesso nelle loro “crociate” anche giovani colleghi, spinti così a fare “politica” sezionale fuori misura anziché dedicarsi alla pura attività sportiva. Indubbio il danno personale e quello all’associazione.

Il consiglio di Carlo è stato quindi quello di dedicarsi, se portatori di idee ed entusiasmo, ad una sana politica associativa costruttiva, evitando la critica insensata e fine a se stessa e di usare i vari social network sempre con correttezza evitando quanto più possibile argomenti calcistici, facendo attenzione a rendere il nostro comportamento da esempio non solo per i colleghi sempre più giovani, ma anche tra amici e parenti, rispettando le regole a cui siamo sottoposti, aspetto che è conditio sine qua non per fare l’Arbitro.

 

 

Cremonini Carlo in un momento con alcuni coleghi delle commissioni disciplina 800x600
Carlo in un momento con alcuni sostituti della procuraCremonini Carlo AIA Pisa 800x600

Carlo Cremonini