“Avevo appena sostenuto gli esami di aspirante arbitro a Battipaglia, in provincia di Salerno e ,per ragioni di studio, quasi subito mi ero trasferito alla sezione di Pisa.
Correva l’anno 1964 – il primo collega che incontrai fu il compianto Ivan Gasperini, Arbitro e giudice Fidal. Fu proprio lui che mi introdusse nel mondo arbitrale pisano presentandomi al mitico Tito Rugani , delegato tecnico sezionale e fotografo di professione. Le designazioni venivano partorite dalla sua mente, nello studio fotografico, tra una camera oscura e una serie di foto appese ad asciugare, Aveva in testa una specie di data-base con il quale gestiva le designazioni, le variazioni, le accettazioni e i rifiuti. Unico ausilio una piccola matita e un pezzo di carta, decifrabile solo da lui medesimo. Davanti al suo studio, in Corso Italia, si formava spesso un capannello di arbitri che attendevano la sospirata partita. Nuovo dell’ambiente, ero piuttosto impacciato e inesperto. Un pomeriggio come tanti, trascorso davanti allo studio fotografico in attesa della partita, si accorse del mio disagio un ragazzo sorridente e cordiale che aveva appena parcheggiato la sua Lambretta nuova di zecca. Venne verso di me e, dopo avermi salutato, si mise amabilmente a conversare. Questo ragazzo, giovane arbitro dell’ultimo corso, si chiamava Roberto Del Guerra.
Rimasi stupito della sua grande affabilità! Mi mise subito a mio agio e a lui confessai tutte le mie perplessità: non conoscevo Pisa, i campi di calcio della città, né quelli della periferia e non avevo mezzi propri con cui spostarmi.
Roberto era un pisano doc. Amava infinitamente la sua città e conosceva tutti e tutto. Fu lui, con grande generosità, a darmi le prime indicazioni e presentarmi agli altri colleghi più anziani. Non solo, ma quella sera volle accompagnarmi a casa con il suo scooter. Nacque così, grazie alla sua schiettezza e alla sua sincerità, una bella amicizia che, con il passare degli anni, andò oltre il mondo arbitrale.
Roberto amava arbitrare, ma era anche un ottimo organizzatore e ben presto si mise al servizio della sezione che all’epoca si trovava in via Flaminio dal Borgo.
Diventò cosi aiuto designatore con il compito di organizzare le trasferte degli arbitri. All’epoca pochissimi arbitri avevano l’auto, non esistevano i cellulari nè tanto meno i navigatori.
Le partite avevano orari improbabili; spesso si disputavano la domenica mattina in località non servite da mezzi pubblici.
Roberto, pertanto, diventò un esperto di logistica arbitrale. Infatti non era sufficiente designare un arbitro, ma bisognava garantirgli la raggiungibilità della località!
Nacquero così le famose “macchinate” che consistevano nel designare nella località più lontana l’arbitro munito di auto e gli altri arbitri nelle località intermedie. Dopo la partita, percorso inverso con il recupero degli altri colleghi lungo il tragitto di ritorno.
Una parte del rimborso spese veniva corrisposto al proprietario dell’auto a titolo di rimborso benzina.
Fiore all’occhiello della sua esperienza arbitrale fu l’organizzazione, per diversi anni, dei tornei di calcio universitari in collaborazione con il CUS Pisa. Ogni facoltà aveva la sua squadra di calcio, tranne gli studenti greci che avevano la loro nazionale. La direzione di quelle gare, che si svolgevano con turni infrasettimanali, era affidata agli arbitri FIGC.
Il notevole agonismo profuso in quelle contese dagli studenti imponeva una conduzione seria e severa. E Roberto ,con il suo staff, seppe dare credibilità e regolarità allo svolgimento del torneo.
Ben presto Roberto diventò Delegato tecnico, fece parte del Consiglio direttivo e ricoprì la carica di Segretario della sezione.
Smessa la divisa arbitrale si distinse come Osservatore, qualifica che lo portò ad operare a livello nazionale fino alla CAN-D.
Nella stagione sportiva 1974/1975 ottenne il Premio G. Giagnoni per essersi distinto nell’attività di Osservatore Arbitrale e nel 2014 l’Attestato di appartenenza per i 50 anni nell’AIA.
Da qualche anno, per problemi di salute, Roberto non frequentava più la sezione.
Sapevamo delle sue difficoltà, ma nessuno poteva immaginare un epilogo così triste e doloroso.
Ho condiviso gran parte della mia giovinezza con la sua e i ricordi che affiorano alla mente sono tanti: le spaghettate a casa sua; la preparazione di Economia Politica e Storia del Diritto Romano; le feste in casa a Pisa; le trasferte con la sua Lancia coupé verde bottiglia; la visita a sorpresa a Sassano (Sa), mio paese natale e tante ,tante altre cose.
Con sincera commozione rivolgo un pensiero affettuoso a Simonetta, a Gabriele e alle sue adorate nipotine!
Ciao Roberto, ci mancherai e spero che da qualche parte ci rivedremo!”
In Foto, Gesualdo Russo in compagnia di Roberto Del Guerra e Ivan Gasperini